Rivogliamo il nostro futuro!
Viviamo in una scuola poco adatta al nostro tempo, peggiorata e indebolita dai tagli di Tremonti e Gelmini, una scuola ancora più insicura e precaria di prima.
Una scuola che ci offre sempre meno opportunità, che ci nega il futuro, ma ci chiede sempre di più: dobbiamo pagare corsi di recupero e attività integrative, essere a posto con il saldo dei debiti a fine anno e fare attenzione alla roulette del voto in condotta.
Scuola università e ricerca sono oggetto di tagli indiscriminati da parte del governo, e mentre la Gelmini dice che i tagli e le riforme favoriscono la qualità e il merito, noi vediamo solo meno ore di laboratorio, meno diritti, meno insegnanti (e meno preparati), scuole che funzionano sempre peggio.
DIRITTO ALLO STUDIO CONTRO LA CRISI
La crisi ha impoverito le nostre famiglie, tolto il lavoro ai nostri genitori, ridimensionato le basi sulle quali costruire il nostro futuro e i nostri sogni.
Non si esce dalla crisi se non si da a tutti l’opportunità di avere un’istruzione di qualità. Non basta premiare le eccellenze: serve la gratuità dell’istruzione per tutti e l’eliminazione dello scandalo dei buoni scuola!
Servono misure straordinarie di sostegno al reddito per consentire a tutti di studiare e raggiungere i più alti livelli di istruzione.
BASTA AL FALSO MERITO!
La Gelmini dice di aver creato la scuola del rigore e del merito, ma il nuovo sistema di valutazione produce distorsioni e ingiustizie e spinge molti ad abbandonare precocemente gli studi. Il voto in condotta e il nuovo sistema di accesso all’esame di stato sono solo delle operazioni demagogiche e inutili, che ci riempiono di rabbia se consideriamo quali sono i veri sistemi con cui nel nostro Paese si fa carriera: non il merito, ma le raccomandazioni e i favoritismi! Diciamo basta alle storture della riforma della valutazione, del terno al lotto per accedere alle università a numero chiuso: vogliamo una valutazione che valorizzi effettivamente il merito e ci aiuti a crescere!
PIU’ DEMOCRAZIA, NO ALLA PRIVATIZZAZIONE
Il governo toglie soldi alle scuole e prepara provvedimenti per aprire le istituzioni scolastiche al finanziamento degli enti locali e dei privati. Con il pdl Aprea la maggioranza vuole ridicolizzare la rappresentanza studentesca e trasformare le scuole in aziende. Ma le aziende in questo momento non dispongono di grandi risorse, e senza soldi questo sistema presenta solo i suoi aspetti negativi, evidenzia maggiormente le disparità e le diverse opportunità a seconda della regione in cui si vive, della famiglia da cui si proviene e dalla scuola che si sceglie.
NO AI LICENZIAMENTI,
SI ALLA VALUTAZIONE DI DOCENTI E SCUOLE
La Gelmini dice che gli insegnati sono troppi, per questo lascia senza lavoro oltre 25.000 precari, per la maggior parte nuovi insegnanti, più formati di quelli attuali, che rimangono alla porta. Peccato che nelle nostre scuole gli insegnanti più che essere troppi sembrano pochi, visto che non si riescono a realizzare corsi di recupero, attività alternative, o a tenere aperte le scuole al pomeriggio. Per rinnovare la didattica, che è ferma agli anni 30, servirebbero insegnanti preparati e motivati. La nostra formazione non può dipendere dal caso, da quanto sia bravo il nostro preside o da quanto sono individualmente volenterosi i nostri prof!
Crediamo che per aumentare la qualità della didattica e far in modo che tutti abbiano valide opportunità, sia necessario un serio sistema di valutazione dei docenti e delle scuole, indipendente dal ministero e dai presidi.
QUALITA’= FINANZIAMENTI
Senza finanziamenti adeguati non è possibile nessuna riforma: ci sono solo tagli mascherati da inesistenti e inconsistenti novità. Sappiamo che il nostro futuro dipende dalla qualità della nostra formazione, dalla capacità del nostro paese di innovarsi e rinnovarsi, ma osserviamo che il governo continua a considerare la scuola e i settori della conoscenza come capitoli di bilancio da tagliare, abbandonando la nostra istruzione e affidando la scuola a logiche di impoverimento e alla privatizzazione.
Vogliamo che l’investimento nei settori della conoscenza sia aumentato (almeno a livello di quello degli altri Paesi europei!) e da subito si realizzi un investimento straordinario triennale, di almeno 13 miliardi, per l’edilizia scolastica.
SENZA INVESTIMENTI NON E’ POSSIBILE UNA SCUOLA DI QUALITA’
Il 9 ottobre 2009 scendiamo in piazza contro i tagli, per chiedere maggiori investimenti sul capitolo istruzione, ribadire il diritto allo studio, rivendicare una scuola di qualità che serva al nostro domani!
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