Venerdì 9 ottobre siamo scesi in piazza per ribadire che vogliamo un futuro, e una scuola che ci aiuti a costruirlo. Vogliamo che ci si occupi di noi, non solo dai guai del premier tra escort e processi giudiziari.
Siamo scesi in piazza con i nostri problemi: scuole che cadono a pezzi, corsi di recupero che non esistono costringendoci a lezioni private a pagamento, laboratori che chiudono per scarsità di personale o carenza di materiali, corsi di studi eliminati dai tagli della Gelmini.
In una scuola che già non funzionava a dovere e non era in grado di garantirci una formazione adeguata, le conseguenze delle riforme fasulle e dei tagli di bilancio diventano ancor più letali.
Dalla piazza abbiamo rispedito al mittente le bugie del “teatrino Gelmini”: senza soldi non c’è riforma che possa funzionare.
A Massa, come in tante altre città, venerdì 9 ottobre ci siamo fatti vedere e ci siamo fatti sentire; da piazza Garibaldi è partito il corteo dell’Onda Studentesca: colorato e rumoroso ha ribadito le rivendicazioni e le proposte degli studenti.
Dopo il successo delle manifestazioni che si sono svolte in tutta Italia, è necessario continuare nel lavoro di informazione e di mobilitazione all’interno delle scuole: ancora troppi studenti, anche se vivono il disagio sulla propria pelle, non sanno inquadrare i problemi che devono affrontare, non sono informati su come e perché le cose non funzionano, su cosa li aspetta se le riforme e i tagli proseguono nell’attuale direzione. Alcuni si sono fatti prendere dallo sconforto e dalla delusione dopo che l’Onda, l’anno scorso, non ha trovato riscontro ne’ ascolto da parte del governo, che ha fatto muro, intenzionato a proseguire nel suo corso senza ascoltare la voce degli studenti.
Ma gli studenti non si fanno prendere in giro, non sono disposti a pagare la crisi rinunciando al proprio futuro.
La mobilitazione continua…
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